Recensione

“La Coltrice nuziale” di Caterina Percoto

di Antonella Di Moia

Tempo fa “L’alcova letteraria” mi chiese di recensire questo romanzo. Intanto ve lo segnalo a livello letterario. Sospetto che ne vedremo delle belle, in positivo, s’intende. ❤️ Buona lettura 😘

Il libro

Nel 1848, Udine e altri villaggi friulani si ribellarono al dominio asburgico. Gli austriaci decisero di fermare i ribelli dando fuoco a interi villaggi, saccheggiando e rivendendosi il maltolto. Questa repressione austrica verrà ricordata nella storia come “I fatti di Jalmicco”.Caterina Percoto (1812 – 1887) ebbe la sfortuna di assistere a queste barbarie e questo le ispirò la stesura di due dei suoi scritti più importanti, ovvero La donna di Osopo (racconto breve inserito all’interno di Di rose e di spine, florilegio de L’Alcova Letteraria) e La coltrice nuziale. In queste due opere traspare il patriottismo della scrittrice friulana e il grande senso d’appartenenza all’Italia.Basato su fatti storici realmente accaduti, La coltrice nuziale si sviluppa attraverso le vicende di tre donne dai caratteri forti, pronte a sacrificare tutto per l’amore che le lega al proprio popolo.

L’autrice

Caterina Percoto (Manzano, 12 febbraio 1812 – Udine, 15 agosto 1887) è stata una scrittrice e poetessa italiana. Nata a San Lorenzo di Soleschiano (Comune di Manzano, in provincia di Udine) in Friuli, da una nobile famiglia di avvocati, artisti e uomini di lettere, fu l’unica bambina di sette figli.La carriera letteraria di Caterina Percoto ha inizio nel 1839, grazie a Don Comelli che inviò segretamente alla Favilla di Trieste il primo scritto di Caterina: un commento alla traduzione di Andrea Maffei di alcuni brani della Messiade di Klopstock.

Iniziò così il rapporto di Caterina con l’editore Francesco Dall’Ongaro, che ben presto diventò suo mentore.Immersa nei paesaggi friulani, sovrintendendo al lavoro nei campi e alla coltura dei bachi da seta, ritrasse nelle sue opere lo stagnante mondo di povertà del Friuli, sotto il dominio austriaco.Nel 1841 apparirono sulla Favilla i primi racconti della Percoto. Dall’Ongaro la fa conoscere nel mondo letterario italiano. Nel 1847, dopo un viaggio a Vienna, iniziò il lungo contatto epistolare con Carlo Tenca.Ma con la Prima guerra di indipendenza, nel 1848, i suoi scritti divennero politicamente più impegnati, essendo rimasta sconvolta e testimone oculare dei cosiddetti “Fatti di Jalmicco”.

Racconti come La donna di Osoppo e La coltrice nuziale, riscossero un grande successo negli ambienti patriottici.Negli anni cinquanta, inoltre, iniziò a scrivere in lingua friulana, e dopo due anni di trattative con l’editore Le Monnier, il quale temeva che i titoli in friulano avrebbero infastidito gli Austriaci, nel 1863 uscirono due volumi di racconti.

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La Coltrice Nuziale

BookBlogger da anni, ho iniziato studiando scrittura da autodidatta. A 19 anni ho fatto il mio primo corso di scrittura creativa con Giulio Mozzi, grazie alla rivista "Inchiostro". Da quel momento in poi ho scritto per passione e ho iniziato a collaborare con l'iniziativa "Lettura Incrociata" di Piera Rossotti, nel sito "Il rifugio degli esordienti" della Danae Edizioni. Quattro anni fa ho ripreso a studiare scrittura sul serio, ed eccomi qui!